
Storia del primo graphic novel georgiano
La Georgia, piccolo paese di 3,7 milioni di abitanti, incastonato tra le maestose montagne del Caucaso e le rive del Mar Nero, è la culla di una civiltà millenaria, nutrita da influenze provenienti tanto dall’Oriente quanto dall’Occidente. Nonostante i capovolgimenti della storia, ha saputo conservare un’identità forte, singolare, quasi indomabile.
Simbolo di questa identità è Il cavaliere dalla pelle di pantera — vasto poema di 1600 quartine, scritto alla fine del XII secolo da Šota Rustaveli — considerato l’anima letteraria del paese. Per i georgiani, questo testo mitico è molto più che un monumento della lingua: è un vero e proprio tesoro nazionale, chiamato addirittura la “seconda Bibbia”.
Nel corso dei secoli, questo capolavoro ha ispirato numerosi artisti. Tra di loro, l’ultimo in ordine di tempo è David Matchavariani, che ha inizialmente realizzato 31 tavole sontuose a inchiostro di china per un’edizione di lusso pubblicata nel 2011 dalla casa editrice Sulakauri. Questa esperienza è stata il trampolino di lancio per un’avventura ancora più audace: adattare Il cavaliere dalla pelle di pantera in forma di graphic novel.
Una sfida ardita, quasi folle: come trasformare in immagini un’opera così sacra? Eppure, era necessario farlo. Per Matchavariani, l’obiettivo era duplice: colmare una lacuna nella storia delle arti grafiche georgiane e offrire una nuova chiave di lettura a questo testo fondativo, in particolare alle giovani generazioni, più ricettive al linguaggio visivo.
Il suo progetto è tanto un omaggio quanto una reinvenzione. Parte riallacciandosi alla tradizione dell’illustrazione georgiana, scegliendo uno stile grafico “antico”. Poi risale il corso del tempo, si appropria dei codici del fumetto occidentale, li reinterpreta, li trasforma, fino a infondergli un’anima decisamente georgiana.
Anche il testo riflette questa tensione temporale: le tavole alternano citazioni del poema originale in georgiano medievale — che rappresentano oltre il 20% del contenuto — a passaggi in lingua georgiana dell’inizio del XXI secolo, creando così un ponte tra le epoche.
In 222 pagine, Matchavariani dà vita a un graphic novel che condensa la storia del fumetto del suo paese — una storia che non è mai esistita, ma che lui inventa sotto i nostri occhi. Così apre la strada a una nuova tradizione. Il cerchio si chiude. Se l’intento è artistico, la posta in gioco è anche politica: in una nazione dall’identità fiera ma dall’indipendenza fragile, reinterpretare i propri simboli significa affermarne la vitalità.
Quest’opera segna una svolta: amplia le possibilità espressive del fumetto in Georgia e, al contempo, contribuisce a far conoscere il capolavoro di Rustaveli ben oltre i confini nazionali.
Il graphic novel è stato pubblicato nel 2019 da Sulakauri, aprendo la strada a una nuova generazione di fumettisti georgiani. Abbiamo avuto il piacere di pubblicarlo quest’anno in francese e in italiano.